Progetti

Didattica Scuole

Presso Gli Orti di San Giuseppe abbiamo la possibilità di ospitare gruppi di bambini e mostrare loro alberi da frutto, uva da tavola, le fragole fuori terra, tutte le orticole di stagione.

E per i più grandicelli, la capannina meteorologica, l’hotel degli imenotteri solitari impollinatori, le manichette dell’impianto d’irrigazione e altro ancora.

Api, orti, giardini e tutto quello che li collega, sono strumenti estremamente interessanti e importanti per poter sviluppare percorsi di educazione ambientale per le scuole, permettendo:

  • lo sviluppo dei saperi trasversali, contribuendo alla crescita complessiva delle abilità del bambino;
  • la valorizzazione dei saperi pratici (“il fare per capire”);
  • il coinvolgimento della sfera emotiva degli interlocutori;
  • il coinvolgimento dei sensi;
  • la stimolazione della libera scoperta;
  • la riscoperta del contatto con la terra.

Quest’anno abbiamo iniziato con la Scuola Materna Elisabetta Vianini di San Massimo che ci ha inviato a gruppi di 20 – 25 bambini per volta un totale di circa 120 bambini.

Abbiamo successivamente ospitato un totale di 60 ragazzi del centro estivo GREST di San Massimo, con età che variava da 6 anni fino a 12 anni. Anche loro, pur con qualche maggiore complicazione comportamentale, si sono dimostrati interessati e curiosi.

Progetto serra-2: fragole fuori terra

La seconda serra, denominata -2 per distinguerla dalla -1 sita presso l’ingresso, è stata adibita alla coltura delle fragole fuori terra nella primavera del 2021.

Normalmente i fragolicoltori usano degli speciali salsicciotti di plastica che contengono perlite, sostenuti da tiranti applicati al soffitto delle serre. La perlite serve solo per il sostegno delle piantine, perché tutte le sostanze nutritive vengono apportate attraverso il sistema di irrigazione a goccia, alimentato da una cisterna che contiene e miscela macro e micro elementi in forma assimilabile.

La nostra versione si differenzia in quanto utilizziamo materiale a basso costo e terra naturale. Abbiamo infatti usato dei cassoni di legno autoprodotti con legname di risulta all’interno dei quali sono stati collocati dei tubi di plastica arancione, quelli che servono per le fognature.

Questi tubi, riempiti di terra buona e concimata, sono stati bucati a intervalli regolari con fori di circa 18 cm di diametro e lì sono state trapiantate le piantine di fragola acquistate.

L’acqua viene somministrata attraverso un sistema di irrigazione a goccia simile a quello dei professionisti.

Abbiamo iniziato quest’anno con Malga, una varietà rifiorente cioè che continua a fiorire e a produrre fino ad autunno inoltrato. Ci aspettiamo di produrre fragole un po’ più piccole, ma sicuramente molto profumate.

La serra-1 ci offre la possibilità di allungare la stagione vegetativa di alcune verdure che sono protette dai primi geli autunnali e soprattutto di produrre, durante i mesi invernali, insalate lattughe, cicorie e cipollotti colmando così il periodo di mancanza di offerta.

Sui lati corti, la serra è provvista di aperture graduali azionate a mano per consentire il ricambio dell’aria necessario per evitare pericolosi ristagni di umidità, forieri di indesiderate infezioni fungine.

Progetto Serra-1: pre produzioni "fuori stagione"

Il progetto delle due serre nasce nel 2017 quando un coltivatore della zona di Vigasio che ha compreso la finalità del Progetto r.accolti, decide di regalarci una struttura in ferro che può ospitare una doppia serra di circa 40 metri di lunghezza. La struttura in ferro viene montata, ma purtroppo ci mancano i fondi per acquistare la copertura in nailon.

Nel 2019 chiediamo un contributo alla Fondazione San Zeno e, nel 2020 con i mezzi generosamente offerti dalla Fondazione, affidiamo finalmente l’opera a una ditta specializzata.

La struttura, ora coperta da nailon professionale, viene trasformata dividendola in due serre doppie che posizioniamo, una nelle vicinanze del punto vendita e l’altra verso la fine delle aiuole, nella zona cosiddetta “Relax”.

La serra-1 ci offre la possibilità di allungare la stagione vegetativa di alcune verdure che sono protette dai primi geli autunnali e soprattutto di produrre, durante i mesi invernali, insalate lattughe, cicorie e cipollotti colmando così il periodo di mancanza di offerta.

Sui lati corti, la serra è provvista di aperture graduali azionate a mano per consentire il ricambio dell’aria necessario per evitare pericolosi ristagni di umidità, forieri di indesiderate infezioni fungine.

Progetto Vigneto e Frutteto

Il Frutteto piantumato nel 2017 è composto da 25 alberelli da frutto che abbiamo scelto tra le varietà antiche o meno diffuse.

Vi trovano dimora: cachi varietà ragno e vaniglia; fichi bianchi e neri; pruni varietà oblunga gigante e goccia d’oro; ciliegi varietà ferrovia, giorgia e mora di Cazzano; melograni israeliani, mele e pere cotogne.

L’intento è quello di rappresentare un esempio variegato di alberi da frutto per le visite delle scuole e per gli abitanti del quartiere nel prossimo futuro.

Il Vigneto è stato piantumato nella primavera del 2018 ed è composto da 250 viti di uva da tavola. Sono state appositamente scelte varietà a maturazione scalare che producono uve diverse.

Tre moderne apirene bianche: Superior, Regal e Pizzutella; una apirena rosata, la Crimson e una varietà nera: la storica Michele Palieri con i chicchi grandi e dolci.

Si è fatta crescere a “pergolato” in quanto questa forma di allevamento è oggi la più diffusa al nord; permette ai raggi di sole di entrare sotto la chioma e raggiungere i grappoli.

La viticoltura non è un’attività agricola semplice: richiede una potatura invernale attenta per non rischiare di tagliare inopportunamente tralci che andrebbero a frutto. La peronospora è una malattia fungina che immancabilmente colpisce la vite; il nostro Orto non ne è esente e alcuni trattamenti con prodotti rameici si rendono necessari.

Le piante beneficiano anche di potatura estiva durante la quale si mettono le basi per l’annata successiva. Inoltre, il vigneto va defogliato con cura per permettere un’adeguata insolazione dei grappoli; operazione che permette l’aerazione atta ad evitare i marciumi da Botrite nel caso di settembre piovoso.

Il vigneto rappresenta per il nostro Progetto l’opera con il più alto significato simbolico; è stata proprio la Parabola della Vigna (Matteo 20,1-16) a ispirarci nella progettazione e a sostenerci nella motivazione.

Progetto R.Accolti

R.ACCOLTI è un progetto sperimentale di Agricoltura Sociale che nasce con l’obiettivo di associare l’aspetto produttivo proprio di un’azienda agricola con la ricerca di percorsi nuovi a sostegno di “misure di inclusione sociale attiva e partecipata” a favore di persone vulnerabili e “differentemente” svantaggiate che, sull’orto, sono ACCOLTE in coerenza con lo spirito e lo statuto associativi.

Si tratta di in una visione multifunzionale dell’agricoltura che mira a coinvolgere e valorizzare direttamente il territorio e l’impresa nella sperimentazione di nuovi ambiti a supporto di percorsi sociali, terapeutico-riabilitativi nonché di inserimento lavorativo delle persone coinvolte.

Le motivazioni per cui si è scelta questa strada sono molteplici:

Il contesto: il rapporto con terra e la natura offre un ambiente ideale ai percorsi di riabilitazione sociale, perché consente la presa in carico e l’assunzione di responsabilità in un contesto in cui la tolleranza e la disponibilità alla prova ed all’errore sono più ampie.

La struttura flessibile delle attività: per la loro stessa natura le attività agricole, che variano con il ciclo della giornata e delle stagioni, offrono maggiori possibilità di adattamento degli orari e delle mansioni alle esigenze e abilità diverse dei soggetti coinvolti.

Gli ambienti di lavoro sono aperti e meno costrittivi; aspetto spesso sottovalutato ma che può costituire una variabile significativa nella “tenuta” dei percorsi.

Ultimo, ma non per importanza, la valenza “terapeutica e inclusiva” del rapporto con la Vita che l’agricoltura consente: dal seme alla pianta e dalla pianta al frutto che serve a nutrire, con tutta la valenza relazionale di questa funzione primaria.

Il Progetto R.ACCOLTI è in costante sviluppo; nel 2020 sono state inserite nel progetto, attraverso tirocinio o borsa lavoro, 23 persone in svantaggio socio-sanitario, cinque delle quali straniere. 

Si tratta di persone portatrici di una delle problematiche di seguito elencate, purtroppo spesso multiproblematiche, perché associate fra loro:

* persone affette da dipendenza in trattamento;

* persone con disagio psichico;

* persone con disagio socio-economico:

* detenuti in pena alternativa.

Ogni persona è stata inserita su invio di: Servizi Sociali del comune di Verona (Progetto R.I.A.), ULSS.9 (Progetto S.I.L.), U.E.P.E. e CVS settore Giustizia. Il tirocinio è sempre stato pensato e realizzato all’interno di una presa in carico e una progettualità ampia e condivisa tra le parti, coinvolgendo il beneficiario in una partecipazione attiva.

In questo senso, come hanno esplicitato gli stessi Operatori, l’attività agricola con i suoi elementi a forte valenza simbolica e relazionale, si sono confermati appieno elementi di stimolo per il recupero delle persone:

° richiesta d’impegno continuativo;

° responsabilizzazione individuale con compiti non gravosi da svolgere;

° lavoro di gruppo in spazi aperti con un’atmosfera gradevolmente positiva;

° risultati tangibili in poche settimane, dalla semina al raccolto;

° soddisfazione personale e conseguentemente, un’accresciuta autostima.

A loro si affiancano nella pratica agricola 24 Soci, volontari della nostra ODV, che a rotazione sono presenti sul campo.

Progetto Zafferano

Il progetto ha preso forma nel 2012, a seguito di un incontro in RUANDA con Padre Jean Bosco Gakirage, un frate comboniano a capo di una Fondazione che ospitava una ventina di orfani del genocidio. Padre Jean Bosco gestiva anche una piccola clinica specializzata in interventi di oculistica e un terreno di diversi ettari a Bitsibo, nella zona di Musha presso la capitale ruandese Kigali.

L’incontro era stato caldeggiato dal veronese Renzo Bizzego, volontario della Ronda della Carità scaligera con il quale all’epoca gestivamo il Progetto “Uno a Uno” (un volontario per un assistito).

Nel giugno 2012 Padre Jean Bosco aveva in progetto di coltivare la terra incolta della fondazione a Bitsibo per dare lavoro ai tanti orfani che si erano rifugiati presso di lui.

Suggerimmo di produrre zafferano in quanto è una coltura che ha bisogno di molta mano d’opera e a Bitsibo questo poteva essere una soluzione.

Comperammo circa 600 bulbi da un produttore di Navelli (vicino a L’Aquila) e il 29 luglio del 2012 ottenuti i visti partimmo per Kigali. Dopo due giorni, preparato il terreno, seminammo tutti i bulbilli. Insegnammo ai ragazzi locali la tecnica di coltura e ritornammo in novembre poco prima della raccolta.

Il primo campione di zafferano prodotto a Bitsibo fu inviato nel corso di dicembre alla Camera di Commercio de L’Aquila per l’analisi qualitativa.

Abbiamo ottenuto un prodotto di categoria 2 che, considerando l’inesperienza dei lavoratori e i mezzi primitivi utilizzati per l’essicazione dei pistilli, fu da ritenersi un vero successo!

Questa prima prova ci indusse a ripetere l’esperienza l’anno successivo e fino al 2014 abbiamo seguito in loco le operazioni di semina e di raccolta.

Il 2015 il progetto si fermò a causa della defezione dei ragazzi che dovevano coltivare lo zafferano. Quasi tutti si erano trasferiti nella capitale dove le occasioni di lavoro molto interessanti per i giovani erano notevolmente aumentate.

Il Progetto Zafferano è ripartito nel 2016 quando, su richiesta di Padre Jean Bosco, inviammo altri 600 bulbilli. Dal 2017 ci siamo resi autosufficienti coltivando, in una piccola area degli Orti di San Massimo a Verona, i bulbilli da inviare in Ruanda.

Attualmente, date le particolari condizioni climatiche della zona di Bitsibo, si sta tentando di ottenere una doppia produzione annuale. L’obbiettivo è posizionare nel terreno i bulbilli già in marzo per raccogliere i fiori entro l’inizio di giugno. Sarà così possibile seminare un’altra parcella ai primi di luglio per raccogliere in ottobre, prima della stagione delle piogge.